Mario Giacomelli: ricordi e testimonianze. Una riflessione sulla fotografia in Italia tra il 1950 e il 1960

 immagine del convegno Mario Giacomelli: ricordi e testimonianze. Una riflessione sulla fotografia in Italia tra il 1950 e il 1960

27 aprile 2002
Prato,
Sala conferenze della Biblioteca comunale "A.Lazzerini"
via del Ceppo Vecchio, 7

Tavola rotonda con la partecipazione di Piergiorgio Branzi, Alfredo Camisa, Cesare Colombo, Ferruccio Ferroni, Sandro Genovali, Antonio Migliori, Piero Racanicchi, Italo Zannier.

La tavola rotonda si svolge in occasione della pubblicazione del numero 33 della «Rivista AFT» che presenta, a cura di Giovanna Chiti, un'ampia scelta di lettere inedite scritte da Mario Giacomelli ad Alfredo Camisa tra il 1956 e il 1961, e a corredo le testimonianze dello stesso Camisa, di Piergiorgio Branzi e Piero Racanicchi.

Obiettivo è quello di tracciare un profilo dell'uomo Giacomelli e della sua attività di fotografo, ma anche di ricostruire il contesto della fotografia italiana e del dibattito in Italia tra gli anni ‘50 e ‘60 del Novecento.

Di Mario Giacomelli si ricorda essere stato, con Tina Modotti, il solo fotografo italiano del XX secolo ad essere accettato, negli anni Sessanta, con l'opera Scanno, nelle collezioni del MoMA. Un fatto rilevante, se si pensa che la fotografia italiana era in quel periodo quasi del tutto sconosciuta al di fuori dei confini nazionali, priva di istituzioni pubbliche di riferimento, agitata dalle diatribe tra realisti e formalisti, affidata alla buona volontà di qualche editore lungimirante e sostenuta dagli studi di un ristretto e appassionato manipolo di storici e ricercatori. 

La notizia di Scanno non trovò il dovuto riscontro presso gli organi d'informazione, ma lentamente qualcosa cominciò a filtrare e la fama di questo italiano che faceva una strana fotografia metafisica e materica, le cui opere venivano richieste, esposte e acquistate da note e qualificate gallerie newyorkesi prese a imporsi. Fu la consacrazione di un artista che, affermando i postulati di un linguaggio al di fuori degli schemi convenzionali, aveva reso le sue immagini esempio tangibile di un modo tutto personale di scrivere in libertà.

 

Per approfondire: 

AFT. Rivista di storia e fotografia, n. 33