La più bella sei tu. Le fotografie delle miss di Federico Patellani 1943-1960

A cura di Kitti Bolognesi e Giovanna Calvenzi
 immagine mostra La più bella sei tu. Le fotografie delle miss di Federico Patellani 1943-1960

Prato, Antiche stanze di Santa Caterina 
12 novembre - 3 dicembre 2005   

"Nelle fotografie di Federico Patellani gli occhi fanno fatica a restare fissi. A concentrarsi sul “soggetto”. C'è sempre qualche cosa che ruba l'attenzione, che cattura lo sguardo, che disturba la concentrazione. Qualche cosa in secondo piano, o a fianco, che finisce per diventare importante almeno quanto la persona al centro dell'immagine. Ma non è una sensazione spiacevole. Anzi. Ti aiuta a non stancarti mai di guardare e riguardare le sue immagini" (P. Mereghetti, Quaderni di AFT serie 2 n. 4).

Federico Patellani nasce a Monza nel 1911, muore a Milano il 10 febbraio 1977. Figlio di una vecchia famiglia milanese, partecipa durante l'università a movimenti artistici e letterari. Si laurea in Legge, ma affianca alla professione di avvocato la passione per la pittura. Nel 1935 è in Africa Orientale, richiamato come ufficiale del Genio: da qui invia servizi al quotidiano milanese L'Ambrosiano dando inizio alla nuova professione di fotografo. Dal 1939 collabora con il settimanale Tempo per il quale crea i “fototesti”.

Come fotografo realizza servizi rimasti memorabili: la serie di immagini sulla Milano bombardata nell'agosto 1943, “Italia Magica” sul meridione nel 1952, “America pagana” e “Paradiso nero” entrambi per Epoca. Free-lance dal 1952, lavora per numerose testate; dà vita alla Pat Photo Pictures cui collaboreranno anche Cisventi, Cesano, Mori, Bonora, Samugheo. Nel 1939 era stato tra i produttori del film “Piccolo mondo antico” di Mario Soldati, in seguito darà spazio alla sua passione per il cinema collaborando con registri famosi e realizzando per la televisione i documentari “Viaggio in Magna Grecia” e “Viaggio nei paesi di Ulisse”. I servizi che ha realizzato girando il mondo (il suo ultimo viaggio a Ceylon è del 1976) sono di impronta nettamente giornalistica e nulla o poco concedono al folclore. Testimone puntuale della realtà, svilupperà una forte insofferenza per l'uso che i periodici nazionali fanno della fotografia. 

 

Per approfondire: 

Quaderni di AFT serie 2, n. 4