Piergiorgio Branzi. Diario Moscovita 1962-1966

 immagine mostra Piergiorgio Branzi. Diario Moscovita 1962-1966

Prato, Cassero Mediavale, viale Piave
9 - 31 marzo 2002 

La mostra presenta circa ottanta fotografie, distribuite per temi e commentate da appunti scritti dell'autore che contribuiscono a restituire il giusto spirito con il quale furono concepite e realizzate, tra il 1962 e il 1966, all'epoca in cui, giornalista Rai, si trovava a Mosca da dove inviava le sue corrispondenze al telegiornale di Enzo Biagi. Erano gli anni di Krusciov e di Brezhnev, il clima era di piena Guerra fredda. Di quel periodo e di quel clima le fotografie di Branzi, realizzate in un ambito di interessi personali e privati, ci presentano i protagonisti e gli avvenimenti, ma soprattutto la gente in una sorta di progressiva scoperta di quell'universo multiforme e segreto che era la Russia alle prese con la destalinizzazione in un processo che si sarebbe poi rivelato gravido di conseguenze, all'interno e nei rapporti esterni. 

Nato a Signa nel 1928, Piergiorgio Branzi inizia a fotografare nel 1953 spinto da Vincenzo Balocchi, fotografo fiorentino. Suoi punti di riferimento sono stati: Tibet segreto di Fosco Maraini, Les Européens di Cartier-Bresson, Viaggio in Sicilia di Vittorini; ma anche autori come Bourke-White, Adams, Evans. Entrato in contatto con il gruppo veneziano de La Bussola, passò a far parte del gruppo Misa con Giacomelli, Camisa e Migliori. A partire dal '56 fu tra i collaboratori de Il Mondo, interprete di quel filone della fotografia italiana definibile come realismo formalista, che ebbe proprio nel giornale di Mario Pannunzio il suo principale mezzo di diffusione. Al rientro dalla Russia nel 1966, lascia momentaneamente la fotografia che riprende a partire dal 1995. Nel 1997 la Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche lo ha nominato "autore dell'anno" e gli ha dedicato una pubblicazione monografica.