Romanzo di figure. Dall'album di famiglia di Lalla Romano. Fotografie di Roberto Romano 1870-1947

a cura di Antonio Ria
 immagine mostra Romanzo di figure. Dall'album di famiglia di Lalla Romano

Prato, Cassero Medievale, viale Piave
3 marzo – 10 aprile 2001 

Papà prendeva sul serio l'arte della fotografia: aveva fatto imprimere in oro sulla rilegatura rossa dell'album il suo nome, con la dicitura: “Dilettante Fotografo" (L. Romano, La penombra che abbiamo attraversato, Einaudi, 1964).

E' naturale che il corpus delle foto scattate da mio padre, le quali testimoniano il mondo delle mie origini, mi coinvolga. Ebbene, io presumo che se avessi incontrato quelle immagini in un album di ignoti mi avrebbero incantata allo stesso modo. Voglio dire che l'importanza di quelle foto non è dovuta tanto alla raffigurazione del gusto di un'epoca, e nemmeno alla sensibilità visiva del fotografo, ma consiste nella contemplazione della natura e nella intuizione dei destini da parte della coscienza di un uomo. Lo dimostra la scelta dei soggetti, il rispetto e l'ironia della vita. Come appunto avviene in un'opera letteraria, nella poesia. 
Lalla Romano

La mostra, a cura di Antonio Ria,  propone un'ampia scelta di fotografie di Roberto Romano, padre della scrittrice, scattate a Demonte, nel cuneese, all'inizio del '900 dove la famiglia abitava e dove il padre reggeva l'ufficio tecnico del Comune.  I soggetti ritratti sono quelli che gli erano particolarmente cari: la famiglia, la montagna, gli amici, le escursioni, la caccia. 

Nel 1975 Lalla Romano aveva pubblicato presso Einaudi un volume "insolito" che traeva ispirazione e contenuti dall'album di fotografie familiari, fatte dal padre, che la scrittrice aveva ricevuto in dono per le nozze. Successivamente sono state recuperate circa 800 lastre originali di vetro dalle quali sono stati tratti altri tre volumi, tutti editi da Einaudi, e altrettante mostre: Romanzo di figure nel 1986 (la mostra fu presentata a Milano, alla galleria Il Diaframma), Nuovo romanzo di figure nel 1997 una riedizione del vecchio volume esaurito con l'aggiunta di 50 nuove immagini relative all'infanzia della scrittrice, Ritorno a Ponte Stura nel 2000 con le ultime immagini recuperate, sempre relative all'infanzia. 

La mostra presentata a Prato vuol essere allo stesso tempo un punto di arrivo e un'occasione per conoscere e apprezzare nella sua interezza il corpus di fotografie lette con raro gusto e sensibilità da Lalla Romano. 
Delle mostre precedenti mantiene la peculiarità: la simultanea esposizione di immagini e testi. Con un duplice risultato: recuperare il reale valore d'uso di quelle immagini, cogliere i sottili legami che inesplicati corrono tra narrazione e immagini, tra fotografia e letteratura. 
Di questo l'Archivio Fotografico Toscano è grato a Lalla Romano e Antonio Ria che hanno reso possibile portare la mostra a Prato.