Andrea Botto. Lo sguardo imperfetto

 immagine mostra Andrea Botto, Lo sguardo imperfetto

Prato, Archivio Fotografico Toscano, viale della Repubblica 235
25 gennaio - 21 febbraio 2003 

Andrea Botto affronta il tema del paesaggio attraverso l'imperfezione dello sguardo, troppo abituato, oggi, alla perfezione della Nuova Oggettività tedesca, dei coniugi Becher e dei loro "figli", Gursky in particolare, dove la precisione, la nitidezza della messa a fuoco, porta a vedere di più; ma quanto è necessario vedere di più? Vedere è un'operazione attiva, diceva Paolo Monti, ma in questo caso il vedere di più comporta un'accezione negativa, in quanto si ha la sensazione di certezza assoluta nel raccontare e rappresentare il mondo. Il fotografo si confronta con il problema della visione e della crisi che oggi essa subisce a causa dei miliardi di immagini che ogni giorno vengono prodotte, proponendo una lettura del paesaggio umano e naturale, intima, personale, sensibile, certo del valore dato dalla contaminazione tra i sensi.

Nato a Rapallo nel 1973, Andrea Botto ha studiato fotografia presso l'Istituto Europeo di Design di Torino. Attivo nel campo della fotografia di architettura e documentazione del territorio, collabora con enti pubblici ed agenzie pubblicitarie del centro-nord Italia. Nel 2002 ha partecipato al festival internazionale di fotografia Photo España, nella sezione Descubrimientos. Fa parte dell'Archivio Giovani Autori della Fondazione Italiana per la Fotografia di Torino. Sue opere sono conservate presso la Galleria Civica di Modena e la Bibliothèque Nationale de France di Parigi. Ha esposto in mostre personali e collettive.

Lo sguardo imperfetto di Andrea Botto rientra nel ciclo di mostre (e conferenze) sul tema del Paesaggio italiano curato da Emanuele Piccardo che, con questa rassegna, intende offrire un contributo di conoscenza per una nuova e poco nota fotografia del paesaggio italiano, lontana dalla fotografia proposta dalle gallerie d'arte. Sono trascorsi diciassette anni dal Viaggio in Italia di Luigi Ghirri, e il paesaggio italiano più rappresentato nelle ricerche dei "maestri" è quello padano. La rappresentazione dell'Italia che offrono i quattro autori selezionati (Giuseppe Piredda che ha già ha esposto, Andrea Botto, Peppe Maisto e Filippo Romano) e la visione che ne danno vuole raccontare nuovi paesaggi e realtà geografiche differenti. 

 

Per approfondire: 

Quaderni di AFT serie 1, n. 16