Oltre i limiti della visione. Il percorso fotografico di Lisetta Carmi

 immagine mostra Oltre i limiti della visione. Il percorso fotografico di Lisetta Carmi

Prato, Antiche stanze di Santa Caterina
7 - 28 maggio 2005  

"Nel panorama della fotografia italiana degli anni sessanta e settanta che è stato, a mio avviso, il periodo più stimolante della storia della nostra fotografia, Lisetta Carmi ha avuto un ruolo centrale quanto insolito e sfuggente. Centrale perché a riguardarle oggi, le sue immagini si scoprono tutte inserite in quel momento di rottura, di svolta nella storia della cultura e della società italiana rappresentato appunto dai movimenti antiautoritari e di sinistra degli anni ’60, dall’imporsi della società di massa e dal nascere di un nuovo modo di raccontare e interpretare la realtà. Insolito e sfuggente perché, pur incarnando a pieno, interpretando con grande forza espressiva questo momento, la Carmi sembra viverne al contempo ai margini, in una sua personalissima storia che la porta fuori dai circuiti e dalle dinamiche del fotogiornalismo di allora, fuori dalle tematiche e dai racconti prediletti" (U. Lucas, in Quaderni di AFT serie 2, n. 3). 

Lisetta Carmi è nata a Genova nel 1924 dove è vissuta dedicandosi prima allo studio della musica sotto la guida del maestro Alfredo They, poi alla carriera di concertista che abbandona nel 1960 scegliendo di scendere in piazza con i portuali, colpita dai disordini scoppiati contro la svolta a destra del governo Tambroni. Comincia ad interessarsi alla fotografia e inizia l’attività professionale lavorando per il Teatro Duse di Genova. Fa reportage vendendo i propri servizi ai giornali senza dipenderne: documenta la vita dei portuali e il mondo dei travestiti ai quali dedicherà un volume fondamentale, rivisita la Genova borghese ritraendo i monumenti e le sculture del cimitero di Staglieno, viaggia molto all’estero: Parigi, Israele, Venezuela. Spinta da un’esigenza interna di ricerca spirituale si reca a più riprese in Afganistan, India e Pakistan finché nel 1976 le si rivela “Babaji Hairakhan Baba […] come uno specchio chiaro in cui potevo vedere il mio sé”. Nel 1979 crea in Puglia un ashram “per la trasformazione delle persone e la purificazione delle loro menti, per la meditazione e il karma yoga”

 

Per approfondire: 

Quaderni di AFT serie 2, n. 2